
(AGENPARL) – Roma, 22 ottobre 2020 – Angelo Famiglietti, Segretario Generale Vicario per l’Arma dei Carabinieri e delegato a rappresentare USMIA in occasione dell’audizione concessa, in data odierna, alle Associazioni Professionali presso la IV Commissione Difesa del Senato della Repubblica, ha illustrato agli Onorevoli Senatori, alcune principali criticità concernenti il disegno di legge sulle libertà sindacali, ancora oggi all’esame Parlamentare.
Tra esse si è fatto, innanzitutto, cenno alla sensibile penalizzazione cui andranno incontro gli appartenenti al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ai quali, in mancanza di opportuni emendamenti al disegno di legge in itinere, rimarrà preclusa la possibilità di trattare diverse materie di interesse sindacale – oggi devolute alla Rappresentanza Militare – e che ricadono nella esclusiva competenza del relativo Comandante Generale e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’insieme delle limitazioni oggi stabilite dal DDL 1893 configurano una forma di depotenziamento delle funzioni già attribuite alla Rappresentanza Militare nonché una disincentivazione ad aderire ad Associazioni che, a causa delle rigide restrizioni concernenti la trattazione delle tematiche “sindacali”, potrebbero non disporre di strumenti idonei per poter fornire adeguate risposte agli iscritti. Si ritiene, in particolare, che la possibilità, già oggi concessa ai COCER, di contribuire, quanto meno in termini propositivi, alla modifica delle normative concernenti il rapporto di impiego del personale, la mobilità e l’ordinamento degli iter di carriera, costituisca una facoltà che debba essere consentita anche alle future Associazioni professionali.
La preclusione, tout court, ad attività di contrattazione o concertazione al livello periferico creerebbe, inoltre, inutili colli di bottiglia laddove tematiche di interesse locale confluirebbero direttamente verso i Comandi di Vertice, con scavalcamento dell’intera scala gerarchia subordinata.
I limiti concernenti le fonti di finanziamento nonché il divieto di poter usufruire di infrastrutture dell’Amministrazione Difesa renderà i costi di gestione di difficile sostenibilità soprattutto nelle fasi iniziali, con conseguente disincentivazione alla stessa assunzione di cariche sindacali dirigenziali, in particolare, da parte di quei militari in servizio presso sedi distanti dalla Capitale che andrebbero incontro, nella posizione di distacco, a penalizzazioni sul rispettivo trattamento economico e pensionistico, potendo ricevere, peraltro, un limitato sostegno logistico da parte di Associazioni ancora in via di progressivo consolidamento. USMIA ritiene che il processo di transizione verso un moderno modello di rappresentatività che non trova, effettivamente, analogie nell’ambito di altre Forze Armate europee e della N.A.T.O., richieda il convinto sostegno dell’Amministrazione Difesa, affinché quella maggioranza silenziosa di militari, impegnata quotidianamente con sacrificio ed abnegazione presso le rispettive Unità operative, custode dei valori della coesione, della neutralità, della militarità, possa essere mantenuta al riparo da ogni possibile, demagogica forma di strumentalizzazione potendo, tuttavia, disporre di uno nuovo strumento di rappresentatività realmente credibile ed efficace. Apposita scheda volta a illustrare in dettaglio alcune proposte emendative è stata resa disponibile agli onorevoli Senatori della IV Commissione Difesa.