
(AGENPARL) – Roma, 13 agosto 2020 – Ecco, abbiamo avuto la “decisione” della Corte sull’election day: avremmo voluto il nostro giudice a Berlino, ma così non è stato.
Le nostre sono riflessioni a “caldo” in attesa delle motivazioni dell’ordinanza.
Avremmo preferito che la Corte, anziché dichiarare il difetto di legittimazione del Comitato promotore, che è potere dello stato per costante giurisprudenza della medesima (sebbene in materia di Referendum ex Art. 75), non trascurasse il fatto che il Comitato promotore ha natura parlamentare, che ciascun deputato e ciascun senatore rappresenta la Nazione intera (Art. 67 Cost.) e che pertanto il Comitato ben potrebbe rivendicare come vulnus del suo mandato la compressione del diritto di voto dei cittadini.
Invece la Corte ha scimmiottato il sistema Statunitense precludendo la discussione schermandosi dietro una “political question”, che non consentirebbe la giustiziabilita’, non turbando cosi’ gli equilibri politici per non disturbando il manovratore.
La Corte costituzionale ha dunque scelto di adottare una decisione politica, decidendo di non decidere, dimenticando cosi’ di essere anche un giudice che non puo’ assuefarsi al clima asfissiante di illegalita’ costituzionale prodotto dall’ emergenza.
L’Osservatorio Permanente sulla Legalità Costituzionale