(AGENPARL) – Roma, 29 lug 2020 – Di seguito, ecco la lettera aperta al premier firmata Salvini-Berlusconi-Meloni. È stata pubblicata oggi in prima pagina sul *Sole24ore* e titolata “Basta finanziamenti a pioggia, serve fare subito le riforme”._
Signor Presidente del Consiglio, in questi mesi difficili l’intera opposizione ha assicurato un atteggiamento di responsabile lealtà istituzionale. Lo abbiamo fatto per senso del dovere verso la Nazione, che è per noi il valore supremo, non certo per esprimere un consenso alle politiche di un governo del quale non condividiamo nulla, né gli obbiettivi né i metodi e i comportamenti. In questo spirito abbiamo reso possibile per due volte con il nostro voto determinante lo scostamento di bilancio: una misura molto grave perché significa nuovi debiti a carico delle future generazioni, ma anche una misura necessaria per non togliere liquidità al sistema produttivo in un momento drammatico. Purtroppo la nostra disponibilità non ha portato grandi risultati: il Governo ha deciso da solo come impiegare quelle risorse, senza coinvolgere l’opposizione, nonostante la nostra disponibilità. I risultati si vedono, e sono tutti negativi: gli operatori economici, i lavoratori, gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, autonomi e partite iva sono rimasti abbandonati a sé stessi. La protesta unanime delle categorie produttive la dice lunga sul malessere del paese. Oggi il governo ci chiede ancora una volta di consentire, in Parlamento, un nuovo scostamento di bilancio. Una misura grave, di fronte alla quale ancora una volta siamo pronti a fare la nostra parte, ma questa volta, signor Presidente del Consiglio, non lo faremo al buio. Non consentiremo che le risorse degli italiani, il denaro dei nostri figli, venga sperperato in operazioni assistenziali o addirittura clientelari mentre il Paese soffre. Lei, Presidente Conte, finora non si è espresso su come l’Esecutivo intenda impiegare queste nuove ingenti risorse. Ci aspettiamo che il Governo lo faccia in aula e sulla base di questo l’opposizione unita deciderà come comportarsi. Lo decideremo in base alla disponibilità ad accogliere alcune proposte che consideriamo imprescindibili, per restituire una speranza alle categorie economiche in difficoltà. 1) FISCO Prendiamo atto con profondo disappunto del fatto che le proposte di “anno bianco fiscale” avanzate in varie forme dal centrodestra sono state tutte respinte, anche se alla luce degli scostamenti approvati sarebbero tutte state fattibili. A questo punto, riteniamo necessario che in ambito fiscale si intervenga con almeno due linee di azione: a. L’esenzione – per gli esercenti attività di impresa, arte o professione soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità – dal versamento del secondo acconto IRPEF/IRES per l’anno 2020 b. la riduzione del 30 per cento dei coefficienti di calcolo IMU, l’esenzione della predetta imposta per i comuni con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti e per gli immobili commerciali e produttivi sfitti rientranti nella categoria C. 2) LAVORO Riconosciuta l’esigenza di prorogare la Cassa Integrazione ordinaria e in deroga, le cui scadenze vanno allineate con quelle del blocco dei licenziamenti, consideriamo indispensabile che a tutela del lavoro si intervenga anche con misure che premino gli imprenditori che mantengono i livelli occupazionali: a. Riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le aziende colpite dalla crisi che non riducono il numero di occupati. b. Sospensione del decreto Dignità e reintroduzione dei voucher per tutti i settori, compresi i voucher familiari, almeno per tutto l’anno 2020. 3) GIUSTIZIA SOCIALE Immediata attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che chiede l’adeguamento delle pensioni di invalidità. Signor Presidente del Consiglio, il centro-destra è un’opposizione seria e coerente, che pone sempre al centro del proprio agire politico l’interesse dell’Italia e degli italiani. Lo facciamo anche oggi, avanzando proposte concrete, fattibili, di efficacia immediata. Il confronto dev’essere trasparente, nelle aule parlamentari, senza alcun tipo di mercanteggiamento. Sarà in quella sede che ascolteremo le risposte del Governo. Se saranno positive e convincenti, lo scostamento di bilancio avrà il nostro voto, al di là di ogni valutazione politica sul governo, che naturalmente rimane immutata. Se invece dalla risposta che verrà data alle Camere ci renderemo conto che il voto che ci viene chiesto è destinato ad avere effetti costosi e improduttivi, funzionali soltanto alla ricerca del consenso per i partiti della maggioranza, in questa caso sarà proprio l’interesse nazionale ad impedirci di votare lo scostamento. Se così fosse, la responsabilità delle decisioni sarà del Governo e della maggioranza. Ci auguriamo di non dover arrivare a questo, per il bene dell’Italia.