
Secondo il rapporto “Amministratori sotto tiro” presentato da Avviso Pubblico, quelli che emergono dalla Calabria sono dati contraddittori, soprattutto se parametrati al numero di casi registrati nelle singole province. Si va infatti dai 22 del Cosentino (terza provincia più colpita a livello nazionale dopo Napoli e Roma) ai “soli” 4 del Catanzarese. Quelli riscontrati nella provincia di Cosenza ammontano al 42% dei casi totali nella regione. Dato che non ha comunque contribuito a concentrare l’attenzione delle cronache su questo territorio e sulle attività delle “sue” ‘ndrine non meno sanguinarie di altre. Qui troviamo i Muto, attivi a Cetraro, i Lanzino-Patitucci, Perna-Cicero, Abbruzzese e Rango-Zingari presenti nel capoluogo che, secondo la Direzione Investigativa Antimafia, sono «sodalizi che per la conduzione delle progettualità criminali ricorrono anche ad azioni collusive con soggetti istituzionali». Va inoltre sottolineato che a fronte di un costante calo dei casi censiti, restano elevati i numeri degli scioglimenti per infiltrazioni mafiose degli Enti locali (8 nel 2019 dopo gli 11 del 2018). Il rapporto riporta alcuni degli esempi più eclatanti registrati nella provincia nel 2019, come l’aggressione al termine di una seduta del Consiglio comunale di Scalea al consigliere Renato Bruno o i roghi dolosi di automobili appartenenti a dipendenti comunali registrati a Paola e San Nicola Arcella, così come ad Amantea le fiamme hanno distrutto due auto di un ex consigliere regionale. A Corigliano Rossano ripetuti atti intimidatori – gomme squarciate – al candidato sindaco Stasi. A Cetraro l’automobile di Cinzia Antonuccio, coordinatrice del servizio di raccolta rifiuti del Comune, è stata incendiata nella notte. La sindaca di Lattarico Antonella Blandi ha ricevuto una busta con all’interno una lettera dal chiaro contenuto intimidatorio: «Se vuoi che i tuoi figli tornino a casa dall’asilo nido, fai lavorare chi non ha da mangiare». (News&Com)