Reggio Calabria, 25 maggio 2020 – “Le nuove strategie di Politiche per la Casa passano attraverso un approccio innovativo denominato Social Housing cioè un programma integrato di interventi, che comprende l’offerta di alloggi, servizi, azioni e strumenti rivolta a fornire abitazioni adeguate, attraverso regole certe di assegnazione, a famiglie che hanno difficoltà nel trovare un alloggio alle condizioni di mercato perché incapaci di ottenere credito o perché colpite da problematiche particolari.
Il Social Housing va quindi a coprire un’area nuova della politica abitativa che non era ricompresa nella tradizionale edilizia residenziale pubblica e che da questa si differenzia per la flessibilità, per il target (non i più poveri, ma una fascia più ampia di persone in difficoltà) e per i soggetti coinvolti (non solo gli attori pubblici ma anche il privato e il non profit)”.
È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che, insieme agli altri consiglieri del Gruppo Pd, Domenico Bevacqua, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone, ha presentato una mozione sulle politiche per la casa e il social housing.
“Ci auguriamo che la Regione Calabria inverta decisamente il percorso e le politiche per la casa sinora perseguite – spiega il consigliere Carlo Guccione – inserendo il Social Housing come priorità, trasformando l’azione dal diritto alla casa alle politiche per l’abitare. Le politiche dell’abitare devono essere politiche del Welfare, così come avviene in tutte le altre Regioni in Italia.
È necessario, dunque, una legge quadro regionale che metta ordine alla miriade di norme e programmi prodotte nel settore adeguandole agli indirizzi nazionali e di altre Regioni virtuose nel settore e che riesca a mobilitare tutte le risorse regionali ferme da anni, dando una risposta ai tanti che non riescono a trovare un alloggio. Tra l’altro, basti pensare che per ogni milione di euro pubblici investiti nel settore della casa e del Social Housing si generano investimenti privati pari a due milioni e mezzo, riuscendo ad avere una ricaduta complessiva sull’economia (effetti diretti, indiretti e indotti) e creando migliaia di posti di lavoro. La legge quadro dovrà poi definire in maniera chiara le nuove linee di intervento privilegiando il recupero, la rigenerazione urbana, il ridisegno di quartieri degradati, nonché i soggetti abilitati alla realizzazione e alla gestione sociale e le forme di integrazione ai servizi comuni e di quartiere, ai servizi sociali, sanitari e dell’istruzione fino ad un programma serio di trasformazione dell’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) ad ERS (Edilizia Residenziale Sociale)”.
Ecco perché bisogna procedere a una ricognizione attenta e minuziosa delle risorse disponibili sui programmi in essere da mettere in campo, così come viene specificato nella mozione: Fondi ex Gescal, fondi edilizia sovvenzionata Cassa depositi e prestiti; Bando di concorso per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà LR 36/2008; L.R. 19/09 – “Programma regionale per il recupero di alloggi di proprietà privata ubicati nei centri storici dei comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera CIPE 13 novembre 2003 n. 87”; Art. 4 art. 8 e art. 12 del DPCM 16 luglio 2009 “Piano nazionale di edilizia abitativa”; Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 2295 del 26 marzo 2008 – Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile; Art. 18 della legge 203/91 – (programma straordinario di edilizia residenziale per i dipendenti delle amministrazioni dello Stato); Contratti di Quartiere; Ex Buoni Casa inutilizzati, legge regionale 22/5/02, n. 23, art. 6 comma 10: Legge 431/98 “fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione”; Programmazione Comunitaria POR FESR ed FSE; Residui dall’assegnazione passata di finanziamenti.
“È essenziale – sottolinea il consigliere Guccione – un confronto serio con Cassa depositi e prestiti, la costituzione di un Fondo di Garanzia che supporti i soggetti gestori e le famiglie meno abbienti per l’accesso al credito e l’individuazione di forme di finanziamento etico, non essendo le banche tradizionali disponibili ed attrezzate a finanziare forme sociali dell’abitare. Serve, dunque, individuare misure speciali complementari che si integrino anche con le misure straordinarie messe in campo dal Governo nazionale con il Decreto Rilancio, come SismaBonus ed EcoBonus”. (News&Com)
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