
(di Maria Rita Galati)
CATANZARO – E si riparte. Le speranze e i dubbi di questo lunedì mattina, che mette fine ad una lunga e sonnacchiosa domenica pomeriggio durata 70 giorni, si mescolano alle preoccupazioni di chi rialza la serranda con una distesa di incognite davanti. Ce la faremo? La domanda è impressa negli occhi di commercianti, baristi, ristoratori che sfidano burocrazia e pessimismo e prendono di petto una scommessa tutta da giocare: rimettere in piedi un’attività bloccata dall’emergenza sanitaria, congelata dal blocco economico che ne è conseguita, che si dimena tra regole, carte, bollette da pagare, fornitori che bussano, e canoni arretrati per non morire di asfissia. In una solitudine che toglie il sonno perché troppo spesso, lamentano gli esercenti, la presenza dello Stato non si sente né con intenti né con contante. Ci pensano i clienti affezionati, però, a ‘benedire’ questo re-start con un acquisto simbolico, con un sorriso che dietro la mascherina non si vede ma si sente. Il centro di Catanzaro si è svegliato così, stamattina, intontito dal caldo e dalla frenesia di una ripartenza carica di sensazioni, compresa quella di smarrirsi allontanandosi da casa dopo settimane chiusi nell’abbraccio della cura domestica.
In tanti indossano la mascherina, si calano nel traffico dell’ora di punta, aspettano in fila un agognato caffè, non prima di essersi doverosamente igienizzati le mani. Da oggi, tra l’altro, è previsto un aumento della circolazione dei mezzi pubblici, per come annunciato dalla società municipalizzata dei trasporti di Catanzaro, l’Amc, anche se in mattinata non si sono visti molti autobus in giro. E mentre si resiste alla tentazione di fare capannelli con l’amico ritrovato, la battuta con il titolare dell’esercizio commerciale ritornato alla vita, è d’obbligo come buon auspicio.
Tra i più attesi e osannati, sicuramente parrucchieri e centri estetici che hanno già le agende piene. “C’è tanta voglia di tornare alla normalità. Ho riaperto da poche ore ma ho avuto l’impressione che i nostri clienti si stiano abituando alle disposizioni che devono seguire per venire da noi – afferma parrucchiere Maurizio Lopez – ma anche noi ci siamo adeguatamente preparati e certe accortezze adesso possono diventare per noi anche l’occasione per migliorare il nostro servizio. Certo, qualche difficoltà operativa, dovuta alla necessità di utilizzare i guanti, la riscontriamo ma alcune misure, come l’igienizzazione dei locali e degli strumenti, sono giuste e aiutano tutti, e ritengo sarà utile rispettarle anche dopo”.
Per Francesco Mardente e Gianluca Ganbardella di “Goodies-American food”, l’apertura di oggi “è un segnale importante ma la strada resta ancora lunga perché il vero nodo è la caduta dei consumi, perché le famiglie ovviamente spendono sempre meno, e resta poi il nemico numero 1, la burocrazia, ma non possiamo fermarci”. Nonostante l’impegno e la buona volontà, in qualche caso i dubbi che riaffiorano hanno la meglio, come nel caso di Marisa Costa di “Blue Sand”, per la quale “l’attuale confusione di regole e di prescrizioni è un handicap, e lo spettro della chiusura sarà sempre incombente fino a quando non si affrontano alla radice e non si risolvono problemi pesantissimi come la difficoltà di accesso al credito che rende – diciamolo francamente – molto concreto il rischio usura – o l’impossibilità di accedere a erogazioni a fondo perduto”. E i bar che avevano già riaperto con l’asporto – ora che si può accedere anche al banco seguendo norme igieniche e distanziamento – si fanno coraggio, sono quelli che diffondono ottimismo. Come nel caso di Salvatore Rotundo, titolare del “Bar One” a Piazza Roma. “Il problema – dice – è quello della lentezza che giocoforza caratterizza il nostro servizio, ma già questa mattina abbiamo registrato un movimento maggiore. Insomma, non ci lamentiamo: certo, abbiamo bisogno di altre misure, come la possibilità di mettere qualche tavolino fuori, per questo confidiamo nel Comune”. Anche Gianni De Lucia e Gianluca Fiorentino, della “Buvette” sotto il palazzo della Provincia di Catanzaro, riconoscono che “è ancora molto dura, perché il ritmo non è ovviamente al top e tante problematiche sono ancora sul tappeto e potrebbero ulteriormente aggravarsi in futuro, per questo auspichiamo il sostegno delle istituzioni, ma intanto andiamo avanti”. Avanti tutta, quindi. Riaccendere la speranza è vitale. (News&Com)