
Oggi ha avuto inizio la Fase 2 per il contenimento del COVID 19, ma in
Calabria sembra regnare la confusione. La governatrice Santelli intende contraddire i
decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Sindaci prendono le distanze dalla
Santelli.
In queste fasi ci sarebbe bisogno di grande concordia nel prendere le decisioni
migliori per i cittadini, ma in Calabria siamo abituati a farci del male.
Nell’ultimo DPCM emanato dal governo che predispone nel Paese una graduale
e progressiva ripresa delle attività economiche per un controllato ritorno alla vita
sociale ed una misurata riduzione degli obblighi di permanenza domiciliare, così come
indicato dalla comunità scientifica, è scattato l’obbligo dell’uso personale delle
mascherine nei contatti che ognuno inizierà ad avere fuori dalle mura domestiche, in
occasioni di lavoro e di socialità.
Non entriamo nel merito delle dichiarazioni rese dall’on. Santelli nelle varie
trasmissioni dove è stata invitata, ma sulle mascherine intendiamo dire la nostra.
Secondo quanto dichiarato ed a giudizio della Presidente della Regione, la mascherina
deve essere portata obbligatoriamente solo da chi se la può permettere e chi no,
pazienza si arrangerà.
Se il diritto alla salute è ancora un diritto pubblico e universale, la Regione, così
come accade in Campania e in altre Regioni, la mascherina dovrebbe fornirla gratis a
tutti i calabresi.
Come Uiltec Calabria, fortemente preoccupati per il messaggio superficiale che
la Presidente Santelli ha mandato ai calabresi, riteniamo che la Regione debba
provvedere sia a fornire gratuitamente a tutti i calabresi la mascherina che organizzare
filiere produttive già presenti in Calabria, capaci di garantire la copertura di Dpi, su
tutto il territorio, alla collettività.
Per la produzione di mascherine e altri dispositivi biomedicali è sufficiente
recuperare esperienza del settore tessile di oggi e del passato; creando magari una lista
di aziende disponibili per la produzione di mascherine filtranti. La Uiltec Calabria,
preso atto della situazione epidemiologica e della necessità di reperire mascherine a
vantaggio della collettività chiede alla Presidente di trovare una soluzione e propone la
realizzazione di un bando destinato alle aziende tessili.
Intanto la Uiltec sostiene la proposta di un gruppo di donne provenienti dal
settore tessile ad oggi disoccupate. La Calabria potrebbe avere una marcia in più. C’è
stato un tempo in cui a Reggio, ed altre realtà presenti in tutta Calabria come Praia a
Mare, Castrovillari, ecc., avevano dato alla nostra regione una centralità non solo
nazionale nella produzione di questi dispositivi di protezione individuale.
Per esempio c’è stato un tempo in cui, le maestranze, tutte donne, della Apsia
Med e della Tepla Med producevano mascherine, guanti e camici monouso per gli
ospedali di tutta Italia.
L’EX responsabile delle risorse umane del tempo dell’Apsia Med di recente ha
dichiarato “Era un gioiello di fabbrica. Le operaie operavano in ambienti
completamente asettici. La diversa gamma di prodotti, infatti, era destinata
all’ambiente ospedaliero chirurgico; di conseguenza, la qualità era un must”.
La Pandemia può diventare per la Calabria una occasione per costruire una
nuova missione produttiva per la nostra regione nel contesto del Mezzogiorno e del
Paese. (News&Com)