
(AGENPARL) – Roma, martedì 7 aprile 2020 – Attenzione “non è tutto oro quello che luccica”, il tanto atteso decreto che avrebbe dovuto erogare i fondi necessari per il rilancio (o la sopravvivenza) delle nostre piccole e medie imprese, non contiene secondo lo scrivente le misure necessarie idonee a tale scopo. Saranno, come al solito, indispensabili i chiarimenti che sicuramente perverranno nei prossimi giorni, ma già da una semplice lettura la realtà è ben lontana da quanto dichiarato…”una potenza di fuoco”. Andiamo a prendere soltanto i primi articoli del decreto legge dove a fronte di un dichiarato: “sino ad una richiesta di 25.000,00 euro il finanziamento è in automatico” (tipo jukebox) non sembra trovarne traccia. Poi parliamoci chiaro lo Stato non eroga soldi, ma garantisce gli eventuali finanziamenti erogati, eventuali perché gli istituti bancari sono obbligati a erogarli, anzi sono stati inseriti talmente tanti parametri che se la banca non vuole, perché magari il cliente non rispecchia il suo target, non eroga. Faccio solo un esempio, all’articolo 1 comma 2 lettera b si legge: “alla data del 29 febbraio 2020 non risultava presente tra le esposizioni deteriorate della banca, come definite ai sensi della normativa europea”. Quale banca quella a cui chiedo il finanziamento o a tutte le banche (che comunque hanno giustamente un database comune per le posizioni in contenzioso)? Perché come per il DURC o il DURF non si sono escluse, esplicitamente, le segnalazioni presso il CRIF? Dove magari vieni annotato solo per aver pagato due bollettini o due rate di finanziamento in ritardo e devi aspettare sino a 6 mesi per la relativa cancellazione?