(AGENPARL) – Roma, martedì 31 marzo 2020 – Il vaccino contro COVID – 19 è essenziale per fermare la diffusione globale della malattia. Il medico-scienziato Ofer Levy, del Boston Children’s Hospital ha espresso il dubbio, che i vaccini già progettati oggi non potrebbero essere abbastanza efficaci per le persone più che ne hanno più bisogno tipo adulti e anziani. Secondo lo studio dei ricercatori della Boston Children’s Hospital il virus che causa COVID-19 colpisce in modo più aggressivo persone di età superiore ai 60 anni, in particolar modo, coloro che hanno patologie mediche precarie preesistenti quali ad esempio diabete, malattie cardiache o malattie polmonari, sarebbe necessario creare un vaccino, che non solo protegga i giovani rallentando la diffusione dell’epidemia; un vaccino rallenterebbe la diffusione del virus, ma non potrebbe proteggere appieno i più vulnerabili stando agli attuali studi. Presso l’Istituto di medicina di Harvard, Levy e si stà tentando di realizzare un vaccino che funzioni per persone di tutte le età. Il progetto prevede di sperimentare il vaccino su candidati che si trovino in un ambiente più realistico di quanto la maggior parte dei laboratori utilizzi aggiungendo un adiuvante, cioè una elemento che aumenta l’efficacia del vaccino consentendo il dosaggio minimo possibile. I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, hanno immagazzinato in laboratorio centinaia di campioni contenuti all’interno delle banche dati in congelatori mantenuti a -80 gradi Fahrenheit; le cellule sulle quali si stà proseguendo la sperimentazione, sono state donate dai pazienti più anziani trattati presso il vicino prima dell’attuale epidemia. In un altro congelatore sono conservati dei campioni della proteina virale che il vaccino prenderà di mira. Tutti questi campioni, consentiranno a Levy e ai suoi collaboratori di testare combinazioni vaccino-adiuvanti direttamente sulle cellule degli anziani. Il sistema immunitario umano, dice Dowling, muta completamente nelle prime settimane dopo la nascita e peggiora drammaticamente nella vecchiaia. Pertanto, un vaccino efficace negli adulti sani, potrebbe non funzionare bene all’inizio o alla fine della vita. La differenza della maggior parte della ricerca sui vaccini che inizia su cellule di giovani topi, coltivate in prodotti sanguigni di mucche, questa è iniziata su cellule umane. Moltissimi scienziati in tutto il mondo, stanno lavorando sui candidati reperiti per la sperimentazione di un vaccino, ma è presto per conoscere quali di quelli prodotti saranno scelti per ottenere l’approvazione a livello diffuso sull’uomo, e ciò potrebbe richiedere un tempo che và dai 12 a 18 mesi. Il tempo confermerà se qualcuno di loro funzionerà bene con le persone anziane, dichiara Seth Berkley, CEO di Gavi, Vaccine Alliance, una partnership pubblico-privata che fornisce vaccini per quasi la metà dei bambini del mondo. Il programma di Levy a Boston Children’s inizialmente riguardava, la ricerca sui vaccini antinfluenzali, ma è proseguito incentrandosi sul coronavirus dal 1 ° gennaio, quando David Dowling, un vaccinologo e immunologo del gruppo, ha iniziato a sentire parlare di uno strano focolaio di polmonite nella città cinese di Wuhan . Il gruppo di Boston Children’s non è l’unico gruppo che coadiuva i test. In questa settimana, , Dynavax Technologies, uno sviluppatore di vaccini biofarmaceutici a Emeryville, in California, e Clover Biopharmaceuticals, una società biotecnologica con sede in Cina, hanno avviato una collaborazione di ricerca per studiare una combinazione di vaccino-adiuvante contro COVID-19. Clover sta sviluppando un candidato al vaccino contro il coronavirus a base di proteine chiamato COVID-19 S-Trimer, e Dynavax fornisce competenze tecniche e l’adiuvante CpG 1018. Molti altri gruppi, tra cui almeno 40 aziende in tutto il mondo — stanno lavorando ai propri vaccini COVID-19. Cambridge, Massachusetts, la società biotecnologica Moderna, supportata dal NIH, ha sviluppato un candidato utilizzando la sequenza genetica del virus ed è già in fase di test nei primi pazienti.
L’approccio di Moderna, che si basa su istruzioni per la produzione di proteine chiamate messenger RNA o RNA, non è mai stato impiegato in un vaccino ufficiale già approvato ufficialmente. “Prima dell’epidemia – ha detto Tal Zaks, Chief Medical Officer di Moderna – un potenziale vaccino era stato provato su 1.000 individui sani, ma generato una risposta immunitaria contro altre malattie, con effetti collaterali minimi e su persone anziane”. Un’altra ricerca, Natasa Strbo su microbiologa e immunologa dell’Università di Miami, ha collaborato con Heat Biologics che si trova nella Carolina del Nord, per studia una proteina chiamata gp96, che se attivata, provocherebbe una risposta immunitaria più ampia, nei polmoni, nell’intestino e nel tratto riproduttivo in persone di una certa età.