
(AGENPARL) – Roma, 29 marzo 2020 – Vorremmo portare alla vostra attenzione la situazione in cui ci troviamo. Siamo circa 750 tra infermieri ed ausiliari. Facciamo parte della coop O. S. A. che, da circa 20 anni, fornisce personale sanitario al Policlinico Umberto I di Roma. Tanti reparti sono gestiti esclusivamente da personale OSA. Ora che è scoppiata l’emergenza coronavirus, la stragrande maggioranza di operatori è in servizio nei reparti di area critica, dea e nei nuovi Covid-19. Noi non abbiamo nessun problema a lavorare lì, sia ben chiaro, perché ne siamo all’altezza. Siamo esperti, formati, conosciamo il ‘nostro ospedale’ meglio delle nostre tasche. Ma la cosa che più ci infastidisce è di essere considerati infermieri e ausiliari di serie B. SI, siamo anche noi quelli dei segni delle mascherine sulla faccia, quelli dei doppi turni, quelli che hanno timore di tornare a casa per paura di contagiare i nostri figli, mariti, mogli; quelli che si sforzano quotidianamente di superare, a volte, con pochi mezzi, una risposta decente ai bisogni assistenziali della marea di pazienti covid che assistiamo. Tutti sanno quanto sottorganico ha incontrato il coronavirus, nella sua diffusione negli ospedali. Chiediamo all’azienda Policlinico Umberto I e alla Regione Lazio, di trovare una soluzione per internalizzarci. In tempi in cui, vista la gravità della situazione, si prendono ‘provvedimenti eccezionali’ che limitano anche diritti costituzionali, dove hanno abbreviato i corsi di laurea per infermieri per ‘buttarli in trincea’ il più presto possibile, di dare DIGNITÀ E DIRITTI a chi in trincea c’è già. Alcuni di noi lavorano Nel policlinico da più di 20 anni, ma sempre con l’incubo di essere buttati fuori ad ogni rinnovo di appalto della nostra coop Osa. Nella speranza che qualcuno possa prendere a cuore la nostra situazione per porter avere un riconoscimento del nostro lavoro , ora, da VIVI e non considerati eroi DOPO.