(AGENPARL) – Roma, 23 marzo 2020 -“Avviare al più presto anche nel Lazio la sperimentazione del Favipiravir, farmaco prodotto in Giappone dalla Fujifilm Toyama Chemical e commercializzato come Avigan, un antivirale che sembra funzionare in modo risolutivo per combattere l’infezione da Covid-19, anche se solo nella fase iniziale della malattia, intervenendo sull’RNA del virus fino a bloccarne la replicazione nei polmoni e aiutare così la normale respirazione”. A chiederlo è l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, medico legale e responsabile Sanità per il partito nel Lazio, in una nota congiunta con i deputati leghisti Francesco Zicchieri e Claudio Durigon, rispettivamente coordinatore regionale e responsabile di Roma e Provincia.
“La bontà del farmaco – aggiunge Regimenti – emerge con evidenza scientifica da diversi studi e ricerche e ha il parere favorevole del direttore del Centro nazionale per lo sviluppo della biotecnologia del ministero delle Scienze cinese. In Veneto, ad esempio, come ha annunciato il presidente Zaia, la sperimentazione partirà a breve e favorevoli in tal senso sono anche Piemonte e Provincia autonoma di Trento. Proprio oggi l’AIFA, l’Agenzia italiana del Farmaco, si riunisce per valutare se autorizzare la sperimentazione”.
“Non c’è altro tempo da perdere – incalza Regimenti – perché il farmaco sembra offrire realmente un elevato livello di sicurezza e una chiara efficacia nel trattamento del Covid-19. Dagli studi effettuati, inoltre, risulta che le condizioni polmonari dei pazienti affetti da Coronavirus sarebbero migliorate notevolmente dopo l’assunzione di Avigan”.
“Purtroppo – continua – in Italia abbiamo un sistema burocratico farraginoso e per poter testare e approvare l’uso di farmaci off label bisogna passare attraverso direttive, protocolli, autorizzazioni del Comitato Etico, dell’AIFA. Tutto giusto, ma in queste condizioni di emergenza occorre snellire le procedure. Dobbiamo poter utilizzare l’Avigan anche nel nostro Paese, che sta soffrendo un’emergenza epocale a causa di un’epidemia che le nostre istituzioni avrebbero dovuto arginare con misure drastiche già da gennaio, quando cioè venne dichiarata l’emergenza, già da allora avrebbero dovuto blindare l’Italia” conclude Regimenti.