
(AGENPARL) – Roma, 20 marzo 2020 – Pechino continua a schivare con successo le responsabilità del suo ruolo nella diffusione del Coronavirus nel mondo, sta iniziando la seconda fase del piano cinese del Coronavirus: quello di creare una «via della seta» per l’assistenza sanitaria in vista del dominio mondiale.
Come sappiamo, il regime di Pechino ha mentito spudoratamente sulla pandemia minimizzando la minaccia, punendo chi stava dicendo la verità, nascondendo deliberatamente informazioni e ritardando gli annunci pubblici, ma soprattutto hanno negato all’Organizzazione mondiale della sanità un’inchiesta tempestiva.
L’epidemia Coronavirus ha fatto emergere alcune tristi verità.
E’ stato il regime di Pechino a permettere al virus di diffondersi prima in Cina e poi in tutto il mondo ma soprattutto che il PCC con i suoi comportamenti vergognosi devono essere considerati come un crimine contro la salute e il benessere della popolazione cinese e mondiale, e per ultimo l’aver dato l’avvio alla recessione economica globale.
Ora l’Italia, come tanti altri paesi, devono spendere decine di miliardi di euro per evitare il disastro finanziario causato dalla temerarietà del PCC.
Ciò ha ulteriormente indebolito la forza e le risorse italiane che avrebbero potuto essere utilizzate per far progredire la prosperità di questo splendido Paese.
È al tempo stesso stupefacente, fantastico ed incredibile che la popolazione mondiale debba compiere passi significativi per proteggere le persone dal virus a causa dell’inganno, della negligenza e dell’incapacità del governo di Pechino.
La parte più drammatica dell’epidemia Coronavirus è che nel mezzo di una crisi sanitaria mondiale, Pechino ha lanciato una campagna di propaganda globale premeditata non solo per incolpare gli Stati Uniti di questa pandemia mentre proiettava un’immagine della leadership globale della Cina nella lotta per controllare con successo la situazione e ha acquistato il mondo più tempo per prepararsi ma ha annunciato che utilizzerà questa crisi per catalizzare una «via della seta» per l’assistenza sanitaria.
Il significato di tutto questo è che il confronto cino-americano è al massimo livello di tensione.
Insomma la Cina vuole ottenere a tutti i costi il suo obiettivo strategico a lungo termine: il dominio mondiale.
E’ chiaro che il regime di Xi Jinping applica questa strategia con obiettivi sfaccettati: incolpando gli Stati Uniti, Xi può spostare l’attenzione del popolo cinese e mondiale su minacce esterne inventate, stimolare l’ultra-nazionalismo al fine di coprire la propria cattiva gestione e passi falsi in questa crisi pandemica.
Chiunque in Cina vuole rendere Xi responsabile della pandemia, viene trattato come un traditore che aiuta il nemico della Cina. Allo stesso tempo, poiché i popoli in Cina e nel mondo hanno iniziato a mettere in discussione la superiorità spesso vantata del modello di governance cinese a causa del disastroso fallimento della gestione della pandemia, Xi ha bisogno di nuove «favole» per salvare questa percezione e non vuole che la pandemia possa far deragliare «chinese dream» di dominare il mondo.
Per portare avanti il sogno cinese di dominare il mondo, Pechino necessita soprattutto di attuare misure e contromisure nel campo dell’informazione (specie nella contro informazione).
Infatti, a febbraio, la Cina il mese scorso ha espulso tre giornalisti del Wall Street Journal per i rapporti del giornale sul virus cinese e sulla pandemia che ha creato.
Quando gli Stati Uniti hanno limitato il numero di reporter delle agenzie di stampa ufficiali cinesi, la Cina si è vendicata punendo i reporter statunitensi del? New York Times?e del?Wall Street Journal, tra gli altri, mentre allo stesso tempo ha permesso ai notiziari più vicini al dragone cinese.
Allo stesso modo, la campagna di disinformazione lanciata dal PCC che ha accusato le forze armate statunitensi di aver scatenato la pandemia.
Hanno sbagliato gli Stati Uniti che sono stati troppo passivi di fronte alle azioni della Cina, anche se il presidente Donald Trump ha iniziato ad usare il termine «virus cinese»
È necessaria un’azione molto più coraggiosa, data l’entità di questo conflitto e dal numero dei decessi in Italia che addirittura – a quanto pare – ha superato la Cina.
Ciò include una vigorosa campagna di contro-disinformazione per criticare il governo cinese per aver permesso alla pandemia di diffondersi senza ostacoli per mesi.
Pechino non solo è colpevole della diffusione, ma la Cina si è proposta come il salvatore del mondo dal virus Wuhan, e lo ha fatto pubblicizzando gli sforzi per aiutare l’Italia.
Stendendo un velo pietoso su un’Unione europea ancora alla ricerca di se stessa, gli Stati Uniti devono agire per aiutare il mondo a identificare queste bugie.
Il Coronavirus è il prodotto di un regime cinese pericoloso che sta facendo vittime in Italia più della stessa Cina.
Inoltre, gli Stati Uniti – e l’UE batta un colpo se c’è ancora – devono continuare a esercitare pressioni sulla Cina affinché fornisca informazioni critiche sull’origine del virus cinese, incluso il vero bilancio delle vittime, nonché per consentire l’accesso dei medici dell’OMS nell’epicentro per indagare. E tra questi medici anche quelli italiani visto che siamo stati la nazione più colpita.
Il governo italiano e quello degli Stati Uniti dovrebbero collaborare con gli alleati e le Nazioni Unite per indagare su chi è responsabile della diffusione e della cattiva gestione della pandemia.
In particolare, Tedros Adhanom dell’OMS dovrebbe essere indagato e ritenuto responsabile della collusione con la Cina e della diffusione della pandemia.
Allo stesso tempo, l’Italia insieme agli Stati Uniti dovrebbero prendere in considerazione azioni legali contro le parti responsabili del disastro e cercare adeguati risarcimenti per il danno che ha arrecato al nostro Paese e agli Stati Uniti e alle rispettive popolazione sulla base del rapporto di indagine finale.
L’ONU deve sostenere gli informatori sanitari, i giornalisti e gli attivisti cinesi perseguitati per aver detto la verità. Deve indagare sulle sistematiche violazioni dei diritti umani prima, durante e dopo la pandemia, come la continua detenzione di oltre un milione di uiguri e kazaki nei campi di concentramento, l’oppressione della minoranza musulmana nello Xinjiang e la repressione dei religiosi e la libertà politica in Cina.
Visto che di fatto, il PCC sta usando la pandemia per aumentare il suo monitoraggio e controllo sulla popolazione.
Le epidemie, come i disastri, sono un modo molto evidente per rivelare le verità «nascoste» delle società che sono state colpite.
Le pesti e i virus non muoiono e non scompaiono per sempre, ma possono rimanere dormienti per anni e anni.
Il Coronavirus è – e deve essere – un’opportunità per prepararci, sia mentalmente, economicamente e a livello sanitario, per l’epidemia che verrà dopo.
Il Coronavirus è – e deve essere – un’opportunità per intervenire ora per allora perché non è più tempo di continuare a lavarci le mani come faceva Ponzio Pilato.
Ecco perché l’Italia dovrebbe ripensare seriamente alla propria catena di approvvigionamento globale e agire immediatamente per avere una maggiore autonomia per ridurre la sua dipendenza dall’economia cinese.
Impensabile assistere alle lunghe fila degli italiani davanti ai supermercati in piena emergenza Coronavirus.
L’Italia dovrebbe sfruttare questa opportunità per rimettere in moto la sua produzione industriale che non è più in grado neanche di produrre mascherine in caso di un’emergenza sanitaria.
L’Italia deve predisporre un serio piano industriale per i prossimi anni in modo tale da essere preparata in caso sia di nuovi focolai epidemici che future pandemie.
E’ francamente impensabile continuare a proseguire verso un futuro incerto e parolaio in materia di piani industriali e di rilancio delle aziende in questa maniera.
Ribadisco che ci sono (ad oggi) ben 150 tavoli aperti al Mise che – con molta probabilità – non approderanno a nulla in quanto non ci saranno risposte concrete istituzionali.
La Politica deve capire che le risposte alle aziende comprese quelle in crisi – e passata il Coronavirus il numero aumenterà – sono solo due: denaro o commesse (lavoro).
Una volta passata la pandemia, sarà molto chiaro che in questa situazione, gli investitori continueranno a maggior ragione a scappare dall’Italia perché non ci sono le condizioni neanche normative per investire in Italia e la sola prospettiva sarà quella di chiudere le aziende italiane dipendendo sempre di più (e dai capricci) di altri Paesi.
Oggi è il momento di ricostruire una Comunità retta da regole e fatte rispettare dalle Autorità, ma non è solo una questione di sicurezza ma di certezza, perché la Storia l’abbiamo fatta ed ora tocca fare il futuro di questa Nazione.