(AGENPARL) – Roma, mercoledì 19 febbraio 2020 – Il presidente francese Emmanuel Macron stà organizzando una campagna contro il “separatismo” islamista che in molte città francesi si stà diffondendo, creando problemi di ordine pubblico e disordini sociali. Il progetto del Presidente francese Macron è quello di ristabilire la legalità nelle periferie francesi sempre più preda di violenze ai danni dei cittadini inermi ma anche in previsione delle imminenti consultazioni elettorali di marzo 2020, allo scopo di guadagnarsi il sostegno degli elettori di destra.
Il presidente, durante i suoi interventi pubblici, ha sottolineato che è “inaccettabile” per chiunque disobbedire alle leggi della repubblica francese in nome di una religione o di una potenza straniera. “La repubblica deve mantenere le sue promesse, dobbiamo lottare contro la discriminazione, dobbiamo mettere la meritocrazia ovunque”. “Ma dall’altra parte dobbiamo combattere contro il separatismo, perché quando la repubblica non mantiene le sue promesse, altri cercano di sostituirlo”.
Macron ha in progetto misure concrete per porre sotto controllo il flusso di finanziamenti provenienti dall’ estero che servono a costruire nuove moschee ed impedire ulteriori nomine da parte di Algeria, Marocco e Turchia di 300 imam all’anno: a tal fine il governo francese ritirerà le autorizzazioni ai governi stranieri e controllerà i corsi di lingua araba, turca, altre lingue dai loro paesi di origine che si svolgeranno per 80.000 alunni .
Il presidente Macron ha chiarito che il modus operandi di alcuni stranieri rappresenta, “un importante vettore di separatismo” in quanto molti insegnanti non parlano francese né cercano integrazione . Gli imam, ha dichiarato Macron, sono spesso legati al salafismo o ai Fratelli musulmani e “predicano contro la repubblica”. “Formeremo imam in Francia in modo che imparino la lingua e le leggi della repubblica”. La pubblicazione del libro The Emirates of the Republic, scritto da François Pupponi, sindaco di Sarcelles vicino a Parigi per 20 anni dove è descritta la situazione di pericolo in cui versano le periferie francesi per colpa degli estremisti islamici, ha suscitato grandi dibattito in Francia. Nel libro è descritto il modo con cui gli islamisti stanno stanno ottenendo il controllo della periferia , ed ha parlato di 100-200 islamisti e giovani delinquenti che stanno terrorizzando una comunità di 60.000 persone, tra cui musulmani, cristiani, ebrei e altri. Altro problema sottolineato dallo scrittore Pupponi che gli stessi social media sono veicolo di propaganda di ideologie violente, estremiste, e molti estremisti usano tale mezzo per lanciare campagne di odio ed intolleranza religiosa e sollecitare atti di violenza e minacce, verso tutto coloro che esprimono idee opposte o differenti. Lo stesso presidente del consiglio, Mohammed Moussaoui, preoccupato della situazione, ha affermato che i musulmani dovrebbero accettare la libertà di parola e le critiche all’Islam, “persino i suoi principi e le sue basi”. Dallo scorso settembre, la Francia ha cominciato ad adottare politiche più rigorose in materia di immigrazione affermando che è giunto il momento di essere “estremamente fermi” nell’applicare le norme in materia di asilo, dato il forte aumento delle domande da parte di stranieri che sfruttano la reputazione di lunga data della Francia come “terra dell’asilo”. Quelle politiche rivendicate da tempo dalla destra di Marine Le Pen quali controllo dell’immigrazione, contenimento degli islamisti e la lotta alla criminalità sono entrate di fatto nel programma di Emmanuel Macron. Nel 2018, l’amministrazione Macron ha designato 47 distretti francesi – tra cui Bourtzwiller e le sue 15.000 persone – come quartieri di riconquista repubblicana (aree di riconquista repubblicana) ed i musulmani moderati appoggiato tale progetto.
A gennaio 2020 il tasso di popolarità del presidente francese Emmanuel Macron era in discesa di quattro punti, passando al 30% dal 34% rilevato dicembre. Secondo un altro sondaggio Ifop per il Sunday Journal, l’insoddisfazione nei confronti del presidente invece aumentata di tre punti, al 68%. Il livello di consenso aveva raggiunto un minimo del 23% a dicembre 2018, nel pieno della crisi dei “gilet gialli”, prima di risalire gradualmente e stabilizzarsi. Il presidente Macron è impegnato a combattere una delle crisi più gravi avvenute in Francia negli ultimi 50 anni, oltre ciò Macron stà tentando di arginare le opposizioni di quei deputati che stanno causando divisioni nel suo partito. Le defezioni al governo fanno scendere i suoi parlamentari a 300 (rispetto ai 314 all’inizio del suo mandato). Siamo al limite dell’autosufficienza (289) nell’Assemblea nazionale francese. Nel 2022 ci saranno le elezioni per l’Eliseo e l’agguerrita Marine Le Pen non starà certo a guardare, una sua eventuale affermazione potrebbe incidere considerevolmente sulle ambizioni tedesche e francesi in Europa. Il nodo verte non solo l’Eliseo, ma anche la nuova postura di Parigi di fronte alla rivalità tra Stati Uniti e Cina.