
(AGENPARL) – Roma, 12 feb 2020 – “Quando il presidente del Consiglio, che avrebbe dovuto fermare questo pericoloso delinquente, dice che prima bisogna ricollocare e poi far sbarcare, io non chiamerò nessuno come correo, ma credo che in quell’aula qualcuno sarà chiamato a rispondere”. Matteo Salvini, in Aula, al Senato, rivendica l’azione che ha portato agli stop delle navi con i migranti diretti in Italia, parlando di scelta collegiale. “La difesa della patria è un sacro dovere, ritengo di aver difeso la mia patria, non chiedo un premio per questo ma se ci deve essere un processo che ci sia. In quell’aula non andrò a difendermi ma a rivendicare quello che, non da solo, ma collegialmente, abbiamo fatto”, continua. “Chi votava Lega sapeva che avrei fatto di tutto per bloccare i flussi” dei migranti clandestini, ricorda: “Lo abbiamo fatto insieme ai 5 stelle e le dichiarazioni di quei giorni di Toninelli, Bonafede e Di Maio sono del 28, 30 e 31 luglio. O c’erano ed erano d’accordo, o c’erano e non hanno capito. E sarebbe ancora più grave”.