
(AGENPARL) – Roma, 23 ott 2019 – “Gli incontri tra l’intelligence italiana e William Barr “anzi ci hanno consentito di chiarire con un alleato storico, a dispetto delle ricostruzioni giornalistiche, che non siamo alcun modo coinvolti in questa vicenda e quindi tutte le speculazioni non hanno colto nel segno”. Lo dice il premier Giuseppe Conte a palazzo Chigi. Piena correttezza” e “senza ledere nostri interessi nazionali”. “Se ci fossero state attività presuntamente illecite della nostra intelligence, e io ne fossi venuto a conoscenza avrei fatto scattare una denuncia all’autorità giudiziaria”. Se ci fossimo rifiutati” di ascoltare le richieste americane avremmo arrecato dei danni alla nostra intelligence e sarebbe stato “un atto di scortesia” nei confronti di un’alleato storico”. “Trump non mi ha mai parlato di questa inchiesta”, che, pur non rompendo l’obbligo di segretezza, interviene sulla cosiddetta vicenda ‘Russiagate’ dopo l’audizione al Copasir. E anche sul suo intervento a Palazzo San Macuto, precisa che la convocazione riguardava la relazione semestrale sull’attivita’ dei servizi (“non sono stato convocato sul caso Barr, ma non mi sono affatto sottratto a nessuna domanda”). Parlando dell’inchiesta sull’operato degli agenti Usa, il presidente del Consiglio ha inoltre precisato di non aver “mai interloquito” con il procuratore generale Usa “ne’ per telefono, ne’ per iscritto”. Secondo Conte sulla vicenda e’ nato un “tale clamore mediatico che ne sono nate una messe consistente di ricostruzioni fantasiose che rischiano di gettare ombre sull’operato delle nostre istituzioni”.