
(AGENPARL) – Roma, mercoledì 16 Ottobre 2019 – I capi dell’amministrazione curda della Siria settentrionale hanno annunciato di aver stipulato domenica, un accordo con il presidente Bashar al-Assad per consentire alle truppe siriane di intervenire e schierarsi lungo il confine con la Turchia, per respingere l’offensiva militare di questi ultimi. La Russia ha contribuito alla mediazione del patto fra il governo del Presidente Siriano e i capi della milizia curda. Attraverso la nuova alleanza i curdi (SDF) sperano di poter respingere le milizie turche, decise a sterminare i combattenti curdi dell’SDF, che è l’ Unità di protezione del popolo (YPG) considerati “terroristi” legati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), un movimento separatista stanziato sul suo territorio. Fino al recente ritiro delle truppe americane, le milizie curde sono state le principali alleate di Washington nella guerra contro lo Stato islamico dell’Iraq e Levante ( ISIL o ISIS) in Siria; negli ultimi due anni, i curdi hanno costituito un’amministrazione autonoma nel nord-est della Siria. Il patto stretto con i russi costerà molto ai curdi, ma è l’unica maniera che hanno per evitare il genocidio del loro popolo che è attualmente in corso; mentre l’Europa emana proclami di condanna e censura il governo turco, migliaia di civili sono massacrati è in corso una pulizia etnica. Il compromesso o la morte certa ha spinto il popolo curdo a mettersi nelle mani di Al-Assad, che è deciso a riconquistare i territori siriani persi durante la guerra civile.Questo accordo consentirà a Damasco di recuperare la maggior parte dei territori a est di Eufrate – inclusi Qamishli, Hassakeh e Deir Az Zour – che sono ricchi di petrolio e gas”, ha affermato Kablan.