(AGENPARL) – Roma, 10 Ottobre 2019 – I procuratori di New York hanno fatto arrestare due importanti uomini d’affari Lev Parnas e Igor Fruman, finanziatori della campagna elettorale Repubblicana. L’arresto avvenuto presso aeroporto internazionale di Dulles in Virginia risale a mercoledì notte, prima che i due importanti uomini d’affari, si imbarcassero per Vienna in Austria; l’ accusa contestata ai due magnati americani è di violazione delle leggi sul finanziamento ai partiti.
Lev Parnas e Igor Fruman sono accusati dai procuratori statunitensi, di aver contribuito illecitamente ad “incanalare denaro di provenienza straniera, in favore dei importanti candidati alle più alte cariche federali statali”. I due imprenditori avevano rapporti di amicizia con l’avvocato personale del presidente americano Donald Trump, Rudy Giuliani. L’imprenditore Parnas è cittadino statunitense ma è nato in Ucraina, Fruman è cittadino statunitense ma ha origine Bielorusse. Lev Parnas e Igor Fruman sono comparsi di fronte alla corte federale in Virginia giovedì, il loro avvocato, John Dowd che in precedenza ha lavorato e rappresentato il presidente Usa Trump, non ha commentato quanto riportato dai media statunitensi. Nell’ambito della medesima inchiesta, altri due uomini, Andrey Kukushkin ucraino, e David Correia cittadino americano, sono stati incriminati giovedì, ma Correia non è ancora stato arrestato. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, raggiunto dai giornalisti che lo hanno interrogato sul caso, ha dichiarato di non aver mai incontrato Parnas e Fruman, ma solo “sentito parlare di loro”. Parnas e Fruman sono stati accusati di cospirazione, menzogne e falsificazione di documenti. La coppia è accusata anche di aver violato le norme sul finanziamento della campagna elettorale statunitense, attraverso un progetto di riciclaggio di denaro. L’accusa afferma che i due, hanno utilizzato i soldi donato da un misterioso cittadino straniero, per concedere illegalmente contributi, ai politici a nome proprio e di aver mentito alla Commissione elettorale federale. Parnas e Fruman avrebbero costituito ad hoc una società energetica, con sede in Florida per dissimulare la provenienza dei finanziamenti. I due ricchi uomini di affari, sono accusati dai giudici federali, di aver donato $ 325.000 (£ 264.000) nel 2018 ad un comitato di azione politica pro-Trump – ritenuto “Committee-1” nell’accusa – a nome di questa società energetica, sostenendo che il danaro fosse stato utilizzato per finanziare progetti aziendali. Gli inquirenti affermano che di questa donazione, assieme ad altre liquidate in seguito, ne abbia beneficiato lo stesso Donald Trump, attuale presidente Usa ma questo è ancora da provare. Nel giro di pochi mesi Parnas e Fruman avrebbero donato oltre $ 400.000 in favore del partito repubblicano, mentre era in corso la campagna elettorale. Sembrerebbe che i due uomini d’affari, incontrarono vari leader del partito repubblicano, incluso Trump alla Casa Bianca e privatamente, in Florida, Mar-a-Lago. Fruman e Parnas sono accusati di aver finanziato l’ultima campagna elettorale americana del partito repubblicano, donando migliaia di dollari in fondi, in favore di un “membro occulto” del Congresso, per sollecitare il governo degli Stati Uniti a rimuovere o richiamare l’ambasciatore Usa in Ucraina”che all’epoca era Marie Yovanovitch, licenziata dall’amministrazione Trump all’inizio di quest’anno e che dovrebbe testimoniare venerdì davanti alla Camera dei rappresentanti sull’inchiesta sull’Ucraina. Secondo quanto riportato dal New York Times, Parnas intratteneva già da tempo rapporti con l’avvocato Giuliani ed ha chiesto soloin seguito, l’aiuto di Fruman per stringere rapporti con importanti politici ucraini. Secondo quanto riportato da Associated Press, i due uomini avrebbero organizzato a gennaio, un incontro tra l’ex procuratore ucraino Yuri Lutskeno e Giuliani. A maggio lo stesso avvocato Giuliani chiamava Parnas e Fruman “suoi clienti”. Il ruolo dell’amministrazione Trump in Ucraina è al centro di un’indagine sull’impeachment del Congresso che riguarda la richiesta del presidente Trump, durante un colloquio telefonico, avvenuto a luglio in Ucraina, di avviare un’indagine o un inchiesta contro l’ex vicepresidente americano Joe Biden.