(AGENPARL) -Roma, 27 settembre 2019 – Fonti del Cremlino hanno espresso vive preoccupazioni per il fatto che gli Stati Uniti possano pubblicare le trascrizioni delle telefonate tra il Presidente degli Usa, Donald Trump, e quello della Russia, Vladimir Putin, dopo quelle apparse questa settimana tra Trump e il presidente Volodymyr Zelensky.
La Russia spera che l’amministrazione americana non pubblichi le conversazioni private tra i presidenti delle due nazioni, come ha fatto con l’Ucraina.
Come è noto, la trascrizione della telefonata del 25 luglio di Trump con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy pubblicata dalla Casa Bianca mercoledì scorso è al centro della questione dell’ impeachment negli Stati Uniti.
Quindi è chiaro che vi siano forti preoccupazioni da parte dei russi di una eventuale pubblicazione da parte della Casa Bianca delle trascrizioni delle conversazioni di Trump con il presidente russo Vladimir Putin, visto che le relazioni tra i due paesi non sono molto idilliache.
I russi giudicano abbastanza insolito che si pubblichino telefonate riservate tra capi di stato che sono generalmente classificati in base alla prassi internazionale che è quella della riservatezza.
La pubblicazione di scambi di idee, in cui i presidenti hanno formulato commenti critici sul cancelliere tedesco Angela Merkel e sul presidente francese Emmanuel Macron, ha già attirato commenti acerbi da altri funzionari russi.
Stiamo aspettando la pubblicazione di queste conversazioni, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova «Lasciateli pubblicare trascrizioni di conversazioni tra alleati della NATO. Sarebbe anche utile pubblicare verbali di riunioni chiuse presso la CIA, l’FBI e il Pentagono!»
Zakharova ha anche deriso la portavoce della Camera democratica Nancy Pelosi di aprire un’indagine di impeachment basata sulla telefonata.
“È compito dei democratici far ridere sugli Stati Uniti?”, Ha detto. “È esattamente ciò che la signora Pelosi ha fatto al Congresso, alla Casa Bianca e ad altre istituzioni statali”.
In passato, Putin e i suoi funzionari hanno deriso allo stesso modo l’indagine del consigliere americano Robert Mueller sull’interferenza del Cremlino nelle elezioni presidenziali del 2016, gettandola come un fallimento e scrollando di dosso l’esposizione di Mueller delle prove di intromissione russa nel voto.
Mueller scoprì che non c’erano prove sufficienti per stabilire una cospirazione tra la campagna di Trump e la Russia, ma accusò 12 ufficiali dell’intelligence militare russa di aver fatto irruzione nei computer del Partito Democratico e negli account e-mail degli ufficiali con la campagna di Hillary Clinton.