
(AGENPARL) – Roma, 08 set 2019 – La pittrice Rosita Achille rende omaggio alla memoria di Donato Tagliente, reduce della deportazione nei campi nazisti
L’8 Settembre 1943 è una data importante nella storia d’Italia. Dopo l’armistizio firmato da Badoglio con gli anglo-americani per i nazisti l’Italia era un paese nemico e, in più, traditore.
Iniziò allora, la deportazione di circa 44.000 italiani che furono rinchiusi nelle centinaia di lager, di cui il regime hitleriano. Tantissimi persero la vita nei campi, altri furono gasati, annientati dalle privazioni, dalle punizioni disumane, dal lavoro estenuante e massacrante.
Tra i deportati, costretto a vivere il trattamento disumano nazista, anche Donato Tagliente che, dopo 4 Campagne di Guerra, per essersi rifiutato di collaborare con i tedeschi fu deportato in Germania fino al settembre 1945.
Due frasi, apposte sul suo foglio matricolare, sintetizzano il periodo forse più duro e terribile di quegli anni: 9 settembre 1943: “catturato dalle truppe tedesche e condotto in Germania”. 6 settembre 1945 “Rientrato in Italia”
Dopo la proclamazione dell’Armistizio, l’8 settembre del 1943, i nostri soldati vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere deportati nei campi di lavoro in Germania.
Donato Tagliente di fronte a quella difficile scelta, per rimanere fedele all’onore militare e di uomo, scelse eroicamente la deportazione e la conseguente, terribile e lunga, sofferenza della fame, di stenti e di inenarrabili sofferenze fisiche e soprattutto morali
Rifiutando l’arruolamento nelle file dell’esercito tedesco, venne fatto “prigioniero” e internato in un campo di concentramento in condizioni di vita disumane e sottoposto a privazioni di ogni sorta.
Oggi la pittrice crispianese Rosita Achille, cultrice dell’acquerello, che nella sua produzione artistica predilige i paesaggi legati alla tradizione pugliese, ha voluto rendere omaggio a Donato.
L’artista, frapponendo diversi piani cromatici ha ritenuto di enfatizzare il significato simbolico della scultura “I Valori della Vita” realizzata alla memoria del soldato Tagliente dal Maestro Rolando Stefanacci. Valorizzata da efficaci chiaroscuri, l’opera offre stimoli ed emozioni, e rimanda a sorci di simboli dei valori fondanti della vita illuminando con freschi colori l’idea di tranquillità e pace.
La consegna dell’Opera, un acquerello su carta assorbente, è avvenuta nel corso della annuale cerimonia familiare organizzata dal prefetto Francesco tagliente alla Masseria Belfiore di Crispiano, per commemorare l’anniversario della deportazione.
Oggi – ha detto il prefetto rivolgendosi alla pittrice – ho avuto conferma che l’arte con il suo linguaggio universale, risveglia le emozioni nascoste di tutti