(AGENPARL) - Roma, 9 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 09 December 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*ERC CONSOLIDATOR GRANTS 2025**A DUE RICERCATORI UNITO 3,7 MILIONI DI EURO
PER I PROSSIMI 5 ANNI*
Oggi, *martedì 9 dicembre 2025*, lo *European Research Council* (ERC),
l’organismo dell’Unione Europea che finanzia ricercatrici e ricercatori di
eccellenza di qualsiasi età e nazionalità che intendono svolgere attività
di ricerca negli Stati membri dell’UE o nei Paesi associati, ha pubblicato
la lista dei progetti vincitori dei *Consolidator Grant**, *riservato a
singoli studiosi che vantano tra i 7 e i 12 anni di esperienza maturata
dopo il conseguimento del dottorato.
I Consolidator Grant garantiscono un finanziamento *fino a 2 milioni di
euro per 5 anni*. Tra i *349 progetti *selezionati, su *3.121 *proposte, figurano
quelli di due ricercatori dell’Università di Torino: *Giuliano Mori*
(Dipartimento di Studi Umanistici) e *Nir Shafir* (Dipartimento di Lingue e
Letterature Straniere e Culture Moderne).* Sale così a 34 il numero di ERC
Grant vinti nella storia da ricercatori e ricercatrici dell’Università di
Torino*, di cui *21* *finanziati da Horizon Europe* così suddivisi per le
seguenti categorie: 8 Starting, 7 Consolidator, 2 Advanced, 2 Synergy e 2
PoC.
Con il progetto *HumanLaw*, finanziato con* 1,8 milioni di euro*, *Giuliano
Mori* indagherà il rapporto tra giuristi e umanisti tra il XIV e il XVI
secolo, due gruppi professionali che la storiografia ha a lungo considerato
separati o in conflitto. Il progetto mostra invece come tra loro esistesse
una fitta rete di scambi sociali e intellettuali. Attraverso metodi
storici, filosofici, filologici, giuridici e digitali, *HumanLaw*
analizzerà testi poco conosciuti scritti da giuristi rinascimentali — non
solo opere legali, ma anche riflessioni filosofiche, discorsi, osservazioni
linguistiche e poesie — e userà strumenti quantitativi per rintracciare
influenze umanistiche nella cultura giuridica. Lo studio rivelerà come i
dibattiti giuridici dell’epoca abbiano contribuito a formare idee chiave
dell’umanesimo, come virtù, conoscenza, politica e verità, e come queste
abbiano influenzato lo sviluppo della scienza moderna, dei diritti
universali e del pensiero illuminista. Il progetto ha l’obiettivo di
ridefinire il ruolo del diritto nella storia culturale del Rinascimento e
aprire nuove prospettive di ricerca nelle discipline umanistiche.
*“Questo finanziamento consentirà di superare una serie di barriere
disciplinari, intellettuali, metodologiche e logistiche che hanno a lungo
offuscato la nostra comprensione del trascurato rapporto tra scienza
giuridica medievale e cultura umanistica, nonché delle modalità attraverso
cui tale rapporto ha inciso sul successivo sviluppo di concetti destinati a
mantenere una perdurante rilevanza: dalla nozione di verità scientifica a
quella di virtù politica, dal concetto di diritti umani a quello di
giustizia equa” *dichiara *Giuliano Mori*.
Il progetto di* Nir Shafir*, finanziato con *1,9 milioni di euro* e
intitolato* OttoManuEconomies*, si propone di ricostruire l’economia del
libro ottomano tra il 1550 e il 1750, collegando inventari legati alle
successioni, registri di donazioni, manoscritti e fonti narrative. Nel
primo periodo moderno dell’Impero ottomano, quasi tutti i libri venivano
ancora copiati a mano, nonostante fossero ben note le tecniche di stampa
diffuse in Europa e tra le comunità non musulmane dell’impero. Per secoli
gli studiosi si sono chiesti perché la stampa non si sia affermata e i
manoscritti siano invece rimasti dominanti. *OttoManuEconomies* ribalta la
domanda: non perché sia fallita la stampa, ma perché abbia avuto successo
il manoscritto. Il progetto di ricerca sostiene che la tecnologia del
manoscritto prosperò soprattutto per la convenienza economica, più che per
ostacoli culturali o sociali alla stampa. Lo studio include anche le
pratiche librarie di ebrei e cristiani, offrendo un quadro completo del
mondo del libro ottomano.
*“Il progetto OttoManuEconomies nasce per rispondere a una domanda che
incuriosisce gli studiosi fin dal Seicento: perché la stampa non si diffuse
ampiamente nell’Impero ottomano fino alla fine dell’Ottocento? Le
spiegazioni tradizionali hanno puntato il dito contro presunti ostacoli
culturali, come l’opposizione religiosa o la resistenza degli scribi, ma le
prove a sostegno di queste tesi sono scarse. Il progetto propone invece una
risposta economica: copiare i libri a mano era spesso più conveniente,
mentre stampare era troppo costoso e complicato. Questo approccio promette
di offrire una nuova visione della storia del libro nel mondo islamico e di
chiarire come si sviluppò l’economia del Medio Oriente in età moderna”,*
spiega *Nir Shafir*.
I due finanziamenti confermano il trend positivo degli ultimi anni ottenuto
