(AGENPARL) - Roma, 9 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 09 December 2025 *ASL Napoli 3 Sud condannata a risarcire 50.000 euro per intervento
tiroideo non necessario*
*Gli avvocati dello Studio Associato Maior: “Un importante risultato:
accertato un grave errore sanitario”*
Tribunale di Torre Annunziata ha condannato l’ASL Napoli 3 Sud al
risarcimento di 50.000 euro in favore di una donna che, nel 2016, fu
sottoposta a un intervento chirurgico di rimozione totale della tiroide e
delle paratiroidi presso l’Ospedale Santa Maria della Pietà di Nola senza
che vi fosse alcuna indicazione clinica idonea a giustificarlo. La
paziente, allora quarantenne, si era ricoverata per l’asportazione di un
gozzo nodulare di ridotte dimensioni, che non arrecava alcuna
compromissione funzionale. Come confermato in sede peritale, sarebbe stato
sufficiente un monitoraggio periodico dell’eventuale accrescimento del
nodulo, riservando l’opzione chirurgica solo in extrema ratio. L’intervento
non necessario ha invece comportato la perdita definitiva degli organi
tiroidei, rendendo la donna dipendente da terapia sostitutiva per tutta la
vita. Assistita dagli avvocati dello Studio Associato Maior, Michele
Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, con il
supporto del medico legale Dott. Marcello Lorello, la paziente ha promosso
ricorso per l’accertamento delle responsabilità dell’Azienda ospedaliera.
La consulenza tecnica d’ufficio collegiale, a carattere medico-legale e
internistico, ha confermato integralmente la tesi difensiva: l’intervento
era del tutto ingiustificato e frutto di una valutazione clinica gravemente
errata. All’esito del giudizio, il Tribunale ha riconosciuto la
responsabilità dell’ASL Napoli 3 Sud, condannandola a risarcire il danno
subito dalla paziente.
“Questa sentenza rappresenta un passo importante nella lotta per la tutela
dei pazienti vittime di errori sanitari,” dichiarano gli avvocati
Sorrentino, Catalano e Castaldo. “Siamo soddisfatti di aver ottenuto un
riconoscimento chiaro delle responsabilità e un risarcimento equo per la
nostra assistita, la cui vita è stata profondamente segnata da un
intervento che non avrebbe mai dovuto essere eseguito.” — concludono.
