(AGENPARL) - Roma, 9 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 09 December 2025 ANTIMAFIA, M5S: IN COMMISSIONE REQUISITORIA CON ATTI ANCORA SCONOSCIUTI AGLI INDAGATI
ROMA, 9 dic. – “Quella andata in scena oggi in commissione Antimafia con l’audizione del procuratore di Caltanissetta De Luca è stata una requisitoria senza contraddittorio con gli indagati e i loro avvocati, svolta in una sede politico-parlamentare anziché nella fisiologica sede giudiziaria. De Luca, a lungo invocato dalla maggioranza, non si è limitato ad una sommaria esposizione degli elementi su cui sta portando avanti la sua indagine seguendo la pista mafia-appalti, cosa che sarebbe stata del tutto normale in una commissione parlamentare d’inchiesta che si sta occupando della Strage di via D’Amelio, ma ha esposto a lungo e senza secretazione dell’audizione una analisi di svariati elementi processuali di dettaglio, alcuni dei quali non sono nemmeno a conoscenza degli avvocati degli indagati, come le dichiarazioni testimoniali del dottore Lo Forte. Nella lunga audizione sono state implicitamente mosse anche accuse di aver detto il falso a magistrati come Patronaggio, attuale procuratore generale di Cagliari, e Lo Forte. Il primo, in commissione Antimafia, dove è stato chiamato dalla maggioranza, ha detto che nella famosa riunione del 14 luglio 1992 si parlò della temporanea archiviazione di un filone di mafia-appalti, quello che tra gli altri riguardava Antonino Buscemi. Il secondo lo ha affermato sotto giuramento in pubblico dibattimento. Oggi si è anche detto che quella archiviazione parziale di mafia-appalti fu frutto di un mancato approfondimento della procura di Palermo che avrebbe dovuto e potuto sollecitare il Ros affinchè integrasse il suo primo dossier che ometteva elementi importanti. Peccato che la richiesta di approfondimento sia stata avanzata dalla Procura di Palermo con un’ampia delega di indagine del 18 luglio 1991 e che la risposta del Ros sia arrivata solo il 5 settembre 1992, cioè dopo la Strage di via D’Amelio e dopo l’inevitabile parziale richiesta di archiviazione formulata il 13 luglio ’92. De Luca ha affermato che vi sono due tipi di archiviazione, quella tombale e quella tecnica cioè temporanea in attesa di riaprire le indagini al sopravvenire di nuove prove, che dimostra come il pubblico ministero “stia sul pezzo”. Peccato che abbia omesso di precisare che si tratta proprio del caso dell’archiviazione parziale del 13 luglio 1992, che fu seguita dalla riapertura delle indagini con arresti pochi mesi dopo di alcuni dei soggetti archiviati e di numerosi altri, tra i quali politici, imprenditori di rilievo nazionale, proprio a seguito del deposito dell’informativa del 5 settembre 1992, di altra informativa dell’ottobre e della intensa attività di indagine dei pubblici ministeri di Palermo che “stando sul pezzo” raccolsero le dichiarazioni di vari collaboratori tra i quali Baldassare Di Maggio, Giovanni Drago, Giuseppe Marchese ed altri che avevano iniziato a rendere dichiarazioni dopo le stragi. Infine, quanto all’affermazione di De Luca secondo cui la pista nera sarebbe infondata, seguita da significative manifestazioni di giubilo del centrodestra in comunicati stampa, riteniamo doveroso attendere la definizione di procedimenti che sono ancora aperti, segno inequivoco che le indagini non possono ritenersi concluse. Perché l’unico obiettivo delle istituzioni deve essere la verità, accertata nelle competenti sedi giudiziarie, in questo caso su moventi, mandanti e complici delle Stragi 1992-93”.
Lo affermano il capogruppo M5S in commissione Antimafia Luigi Nave e il deputato e componente della commissione Antimafia Michele Gubitosa, vicepresidente del M5S.
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Ufficio Stampa Parlamento
Movimento 5 Stelle
