(AGENPARL) - Roma, 2 Dicembre 2025(AGENPARL) – Tue 02 December 2025 *Comunicato Stampa*
*Slc Cgil Veneto e Filt Cgil Padova: “Assorbimento SDA in Poste Italiane,
a Padova e in Veneto più ombre che luci”*
*Gallo (Slc Cgil Veneto): “Arretramento sui diritti e grave omissione sul
Fondo FASC che i miglioramenti sul fronte del welfare non compensano” *
*Basso (Filt Cgil Padova): “Personale operativo costretto alle 39 ore,
rischio allungamento turni per le pause. Non riconosciuta l’anzianità
pregressa: il passaggio dal CCNL Merci e logistica al CCNL Poste Italiane
inciderà negativamente sui lavoratori con maggior anzianità alle spalle: ad
alcuni anche per circa 800 euro l’anno. E non darà tutele a chi lavora in
appalto”*
Le recenti intese a livello nazionale – raggiunte in un tavolo in cui erano
presenti Cisl Slp, Confsal Comunicazioni, Fail Cisal, Fnc UGL
Comunicazioni, ma non la Slc Cgil e Uil Poste – relative al passaggio del
personale di SDA Express Courier al Contratto Collettivo Nazionale di
Lavoro (CCNL) del personale non dirigente di Poste Italiane, hanno
introdotto una serie di modifiche rilevanti per le lavoratrici e i
lavoratori anche nella Provincia di Padova. Un passaggio che ha coinvolto
circa 1300 dipendenti a livello nazionale, mentre nella città del Santo ha
riguardato una ventina di persone, tutte con mansioni impiegatizie, seguite
dalla Filt Cgil Padova che ora lascerà questo compito alla Slc Cgil Veneto.
Entrambe le categorie, pur riconoscendo qualche minimo elemento di
miglioramento, sollevano forti preoccupazioni per le criticità lasciate
aperte.
Stefano Gallo, funzionario della Slc Cgil Veneto, dichiara: “L’operazione
di assorbimento è stata gestita con troppa fretta, impedendo il necessario
confronto e approfondimento su molti aspetti economici e operativi. Il
nostro giudizio, pur apprezzando il miglioramento sul fronte del welfare
sanitario – dal 1° gennaio 2026 i lavoratori saranno iscritti al fondo
sanitario del CCNL Poste con costi a carico dell’azienda – vede più ombre
che luci. Il nuovo contratto infatti non riconosce l’anzianità pregressa ai
fini di un miglior trattamento su ferie e permessi, creando una disparità
rispetto ai dipendenti di Poste assunti prima del 2003. Questo è un
evidente arretramento sul piano dei diritti e della conciliazione
vita-lavoro. Ancora più grave è l’omissione che riguarda il Fondo FASC
(Fondo Agenti Spedizionieri Corrieri): l’accordo ne prevede la cessazione,
ma non indica tempi e modalità di liquidazione. I lavoratori dovranno
presentare domanda individuale, con il rischio concreto di inaccettabili
ritardi”.
“Per quel che attiene alle questioni operative e locali – prosegue e
conclude Stefano Gallo – nonostante il CCNL Poste preveda le 36 ore
settimanali, per molte figure operative, una cifra che si aggira intorno
agli 850 lavoratori a livello nazionale, l’azienda ha imposto la permanenza
a 39 ore. Le tre ore aggiuntive saranno riconosciute solo tramite
un’indennità variabile, erogata esclusivamente in caso di effettiva
prestazione, e non come orario contrattuale. Addirittura, la proposta
aziendale prevedeva l’introduzione di turni domenicali e pause pranzo
estese a carico dei lavoratori, una evidente pressione negoziale
finalizzata a far accettare la permanenza alle 39 ore che non possiamo che
giudicare negativamente. Un altro punto critico è la mancata
riconoscibilità della pausa come orario effettivo di lavoro: in assenza di
un accordo chiaro, il rischio è che molti turni operativi si allunghino
oltre le 8 ore reali, peggiorando la conciliazione vita-lavoro per i nostri
addetti. E infine, rimane una questione aperta per i dipendenti part-time:
con il passaggio al nuovo CCNL saranno obbligati ad una scelta importante
che avrà degli effetti sul salario. Dovranno, infatti, decidere se
mantenere la percentuale oraria attuale o ridurre le ore. Chiediamo
all’azienda di fornire a tutti i part-time una comunicazione formale che
illustri chiaramente entrambe le opzioni per una scelta informata”.
Sull’assorbimento di SDA in Poste Italiane, interviene anche Katia Basso,
sindacalista della Filt Cgil Padova: “C’è un punto particolarmente
indigesto in questo accordo e cioè che non viene considerata l’anzianità di
servizio dei lavoratori coinvolti perché perderanno anche le quote del
rateo legate agli scatti di anzianità. E questo, sul livello dei salari,
specialmente per alcuni dipendenti che hanno parecchi anni di anzianità
alle spalle, crea un effetto molto negativo. Abbiamo diversi casi di
lavoratori che, con il cambio del CCNL, arriveranno a perdere circa 800
euro all’anno. E non consideriamo i risparmi che su questo fronte Poste
Italiane farà sui nuovi assunti, il che la porrà inevitabilmente in una
posizione di vantaggio nei confronti dei propri competitors nel ramo delle
consegne, con un alto rischio di un dumping contrattuale sui lavoratori di
tutto il settore. E questo sarebbe molto grave”
“Un altro punto dolente dell’accordo – prosegue e conclude Katia Basso –,
almeno per ciò che attiene al nostro territorio, è che non abbiamo avuto
risposte su alcuni aspetti riguardanti le questioni organizzative, essendo
nella nostra provincia presenti due sedi di lavoro perché oltre a quella di
Padova ce n’è anche una a Limena. La domanda è inevitabile: rimarranno? E
infine resta comunque un’amarezza: il contratto di Poste non varrà per
tutti quegli operai, facchini e driver che lavorano in appalto per SDA e
sappiamo che sono praticamente la totalità. E questo, di fatto, li lascia
senza tutele, relegandoli ad essere lavoratori di serie B”.
Le due sigle sindacali confermano che la loro priorità resta la difesa dei
diritti e la massima trasparenza informativa, a partire dai punti più
critici come orario, pause, part-time, ferie, previdenza e liquidazione del
FASC, e annunciano che continueranno a vigilare sull’applicazione concreta
del nuovo inquadramento nei reparti. “La Cgil – concludono Katia Basso e
Stefano Gallo – è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e sarà
presente nelle assemblee che si terranno nei prossimi giorni nei luoghi di
lavoro”.