(AGENPARL) - Roma, 13 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 13 November 2025 Comunicato stampa
Monsupello lancia il nuovo Blanc de Noirs e racconta il futuro in un short film d’autore
Debutto al Merano Wine Festival per il Metodo Classico Extra Brut firmato Pierangelo Boatti e per Future is our Heritage, il supercorto che celebra la visione della famiglia Boatti
Un nuovo vino e un nuovo racconto per celebrare il tempo, la pazienza e l’eredità di una famiglia, a capo di Monsupello a Torricella Verzate (PV), che da oltre un secolo interpreta l’Oltrepò Pavese con passione e visione.
Nasce Monsupello Blanc de Noirs Oltrepò Pavese docg Pinot Nero Metodo Classico Extra Brut, presentato in anteprima al Merano Wine Festival insieme al supercorto “Future is our Heritage”, diretto da Carlo Guttadauro. Due espressioni diverse di un unico linguaggio: quello del tempo e della continuità.
Il Blanc de Noirs è il frutto di un percorso lungo e meditato, nato dal desiderio della famiglia Boatti di esplorare il Pinot Nero nella sua espressione più autentica e territoriale. Non è solo una nuova etichetta, ma una dichiarazione di stile: un modo di interpretare l’Oltrepò Pavese con autenticità, precisione e orgoglio.
«È un progetto a cui teniamo molto – raccontano Carla, Laura e Pierangelo Boatti – perché racchiude la nostra idea di Pinot Nero: pulizia, eleganza, identità territoriale. È un Metodo Classico che parla del nostro modo di lavorare e del nostro modo di essere. In questo vino c’è il rispetto del tempo, della materia e dell’equilibrio tra tradizione e sperimentazione».
Il Blanc de Noirs nasce dai vigneti di Pinot Nero più vocati dell’Oltrepò Pavese. La produzione annua è di 10.000 bottiglie. Porta in etichetta la firma dello Chef de Cave Pierangelo Boatti.
Future is our Heritage
La denominazione sociale recita Monsupello Eredi, e già in questo è racchiusa la volontà di raccogliere e rinnovare l’eredità di Carlo Boatti, fondatore e anima visionaria.
Oggi sono Pierangelo e Laura Boatti a custodirne lo spirito, proiettandolo nel futuro con lo stesso senso di responsabilità e passione.
Il supercorto “Future is our Heritage”, diretto da Carlo Guttadauro, racconta proprio questo: il tempo e la pazienza del Metodo Classico come riflesso della vita.
Il lavoro in vigna diventa una preghiera quotidiana; la luce, cifra profonda di questo territorio, è protagonista del racconto visivo. Le bottiglie, in controluce, suonano la musica che verrà: compendio di lavoro e dedizione, di mani e pensieri.
La voce di Sherrita Duran, intensa e spirituale, accompagna le immagini come un canto che evangelizza, in perfetta sintonia con la visione poetica di Laura Boatti.
Tra le scene più evocative, l’abbraccio de protagonisti sulle scale del Santuario della Passione a Torricella Verzate: un gesto che unisce passato e futuro, radici e aspirazioni.
Donna Carla, 91 anni, continua a seguire l’azienda con lo sguardo vigile e affettuoso di chi custodisce una storia che non smette di ispirare.
Il supercorto è stato presentato in anteprima al Merano Wine Festival, seguito da una degustazione del nuovo Monsupello Blanc de Noirs.
Un incontro tra arte e vino, tra eredità e futuro, che segna l’inizio di un nuovo capitolo per Monsupello: quello di una famiglia che continua a scrivere la propria storia con lo stesso rigore, la stessa passione e lo stesso sguardo luminoso verso ciò che verrà.
Monsupello: chi siamo
L’Azienda
Nel 1893, a Oliva Gessi, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, nasce Monsupello: una storia che intreccia vigna, tempo e persone che oggi continua nella cantina di Torricella Verzate (Pv).
Qui, tra le colline di Cà del Tava, Pinot Nero e Chardonnay si uniscono in un patto d’eccellenza che ha reso questa realtà uno dei nomi più autorevoli della spumantistica italiana. Una promessa mantenuta per oltre 130 anni, nel segno della qualità e del coraggio di innovare.
Oggi Monsupello è una famiglia che evolve: Pierangelo e Laura Boatti hanno raccolto l’eredità del padre Carlo, visionario e determinato, e la reinterpretano con sguardo contemporaneo. Due anime diverse e complementari, di concretezza e sensibilità, radici e curiosità, che continuano a scrivere il futuro dell’azienda insieme all’esperienza viva di Donna Carla, 91 anni di saggezza e passione ancora attiva ogni giorno in azienda.
Il loro obiettivo è chiaro: continuare a fare grandi vini, restando fedeli a uno stile che coniuga eleganza, identità territoriale e rispetto per la natura.
La famiglia e l’eredità di Carlo Boatti
La storia di Monsupello è una saga familiare. Tutto inizia nel 1932, quando Paolina Luigina dà alla luce Carlo Boatti, quasi tra i filari: un segno del destino. Nel 1954 Carlo prende le redini dell’azienda e ne cambia il passo: seleziona nuovi vigneti, valorizza i terreni più vocati, imprime rigore tecnico e visione internazionale.Con lui c’è Carla Dallera Boatti, donna moderna, colta e appassionata, compagna di vita e d’impresa. Insieme danno forma a un’idea di vino fondata su equilibrio e autenticità, trasformando Monsupello in una delle cantine simbolo dell’Oltrepò.
Dopo la scomparsa di Carlo nel 2010, la sua eredità continua a vivere nella quotidianità della famiglia.“La Carla”, come tutti la chiamano con affetto, è ancora oggi la garanzia dello stile Monsupello: presenza vigile e ispiratrice, testimone di una coerenza rara. La filosofia di Carlo resta la stella polare: fare vini che abbiano un’anima e che raccontino il luogo da cui nascono.
Le persone
Oggi la storia continua con Pierangelo e Laura Boatti, la quinta generazione di una famiglia che ha fatto del vino la propria voce. Pierangelo è lo Chef de Cave: pragmatico e appassionato, segue da vicino ogni fase della produzione, dalla vigna alla bottiglia, e guida le scelte strategiche e commerciali. Laura, insegnante di tango e appassionata d’arte, è l’anima comunicativa dell’azienda: cura l’immagine, l’accoglienza e il dialogo con il pubblico, portando in Monsupello una visione aperta, creativa e sensibile.
Attorno alla famiglia ruota un team affiatato: gli enologi Stefano Torre, anche direttore, e Federico Fermini, insieme all’agronomo Giovanni Bigot, garantiscono continuità stilistica, rigore tecnico e sperimentazione intelligente. Monsupello è una squadra: ogni vino nasce dal dialogo, dall’ascolto, dall’esperienza condivisa.Un’azienda solida, ma con il cuore di una famiglia.
La tenuta
Cinquanta ettari nel cuore dell’Oltrepò Pavese raccontano la geografia del sogno di Carlo Boatti: vigne scelte una per una, sui suoli più vocati, tra Oliva Gessi e Torricella Verzate. Metà della produzione proviene da questi vigneti di proprietà, garanzia di qualità, autonomia e sostenibilità. Qui la natura è alleata: inerbimenti, sovesci e basse rese tutelano la fertilità del suolo e la biodiversità. Ogni parcella ha il suo ritmo, ogni vendemmia la sua storia.
“Non c’è fretta” è una delle frasi più ricorrenti in cantina: il tempo è parte della qualità. La bellezza dei vigneti Monsupello è anche paesaggio, armonia, rispetto per il territorio.
Il territorio e il terroir
Monsupello vive al 45° parallelo, la linea magica che attraversa i grandi vigneti del mondo.Le colline dell’Oltrepò Pavese, con i loro suoli argillosi e calcarei tufacei, accolgono Pinot Nero, Croatina, Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Riesling Renano, Sauvignon e Moscato.Negli ultimi anni si è aggiunto il Nebbiolo, segno di un territorio in continua evoluzione. L’altitudine tra i 160 e i 200 metri, l’esposizione perfetta e la ventilazione costante creano le condizioni ideali per vini freschi, eleganti e minerali. Le escursioni termiche amplificano i profumi e danno al bicchiere quella vibrazione che è il tratto distintivo dello stile Monsupello: pulizia, finezza, autenticità.
Sostenibilità sociale
In Monsupello la sostenibilità è anche umana. Crediamo nella parità di genere, nell’inclusione e nel diritto di ognuno a una seconda possibilità. Da questi valori nasce “Sprigionato”, un vino simbolico e solidale, frutto del progetto che coinvolge gli studenti e le persone detenute nel carcere di Voghera, in collaborazione con l’Associazione Terre di Mezzo. Una vendemmia diversa, dove il lavoro diventa riscatto e il vino strumento di libertà. Perché il vino, per Monsupello, è anche questo: democrazia, condivisione e futuro.
I vini
Monsupello è stile, identità e coerenza. Otto spumanti Metodo Classico (circa 170.000 bottiglie l’anno) affiancano una produzione di vini fermi e vivaci (150.000 bottiglie) che raccontano la ricchezza del territorio. Ogni etichetta nasce da una stessa idea: eleganza, equilibrio e riconoscibilità. Un linguaggio che parla dell’Oltrepò Pavese con voce moderna e senza compromessi.
