
(AGENPARL) – Tue 13 May 2025 Ilva, Bonelli: Il governo attacca chi difende salute e legalità. Si avvii
subito la riconversione
“È sconcertante che il ministro Urso e il governo Meloni, dopo aver negato
la realtà per due anni e mezzo, se la prendano oggi con Arpa Puglia e la
Procura, colpevoli solo di aver tutelato la salute pubblica e fatto
rispettare la legge. Dopo sette mesi dall’ inaugurazione di Afo 1 alla
presenza dello stesso ministro Urso, si è verificato un incidente
gravissimo, con dispersioni di polveri e fumi pericolosi che hanno messo a
rischio la vita degli operai e dei cittadini. Ma invece di fare chiarezza,
il governo attacca chi ha fermato una situazione fuori controllo. È un
fatto grave e inaccettabile».
Lo dichiara in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di
Europa Verde, che aggiunge:
“Il governo si accinge ad approvare l’autorizzazione integrata ambientale
per Ilva che prevede l’uso del carbone per 12 anni e non applica la
direttiva europea sulle emissioni industriali inquinanti. A Taranto si
continuano a sacrificare i diritti costituzionali e la salute in nome di
una produttività che non esiste più, tra licenziamenti e cassa
integrazione. Il sequestro dell’altoforno Afo1 è arrivato dopo un incidente
potenzialmente drammatico. Ma il governo, invece di garantire sicurezza e
trasparenza, punta il dito contro le istituzioni che fanno il loro dovere.
La destra ha portato avanti la linea fallimentare dei governi precedenti:
ha creato una normativa che limita i poteri dei sindaci, garantisce
l’immunità penale ai gestori e usa i fondi delle bonifiche per mantenere
aperto un impianto che è una bomba sanitaria. Oggi si lamentano per la
ritirata di Baku Steel, ma era evidente da subito che non fosse un
acquirente credibile: chiedeva 5 miliardi allo Stato e ne offriva solo uno.
Un’operazione senza basi, venduta alla città come una soluzione.
Si avvii subito una vera riconversione, usando strumenti come il Just
Transition Fund e altri fondi europei. Basta negare l’evidenza. Basta
accanirsi su un modello fallito. E gli esempi non mancano: a Bilbao e nella
Ruhr intere aree industriali sono state riconvertite in poli innovativi,
sostenibili e vivi. Taranto può fare lo stesso”, conclude.
UFFICIO STAMPA EUROPA VERDE