(AGENPARL) - Roma, 4 Marzo 2021REGGIO CALABRIA Sono stati altresì ritenuti sussistenti dal G.I.P. di Palmi gravi indizi di colpevolezza nei confronti di altri soggetti di cui il Raso si serviva per realizzare l’attività di sfruttamento. Ibrahim Ngom detto Rasta, era un caporale che gestiva per conto di Filippo Raso i lavoratori extracomunitari, si occupava di reclutare i braccianti africani e di controllarne il lavoro. Kader Karfo detto Cafù era un altro fidato caporale di Raso. A lui era demandato il pagamento delle giornate di lavoro dei singoli operai di colore che erano impiegati nella raccolta degli agrumi, nonché il compito di guidare i furgoni a bordo dei quali venivano condotti i lavoratori nei campi. Mario Montarello era un fedele faccendiere di Filippo Raso e svolgeva l’importante ruolo di tenere i contatti con i caporali e controllare il lavoro degli extracomunitari. Domenico Careri era un altro referente di Filippo Raso, per conto del quale reclutava manodopera, che talvolta provvedeva egli stesso a trasportare. Francesco Calogero, titolare di un’azienda agricola in stretto contatto con Filippo Raso, si occupava di veicolare le direttive del Raso e dell’impiego di extracomunitari in condizioni di sfruttamento. (News&Com)